Cosa prevede il primo decreto attuativo della Legge Salvamare
“Il Decreto attuativo sul recupero delle plastiche dai fiumi è un punto fondamentale della Legge Salvamare. Oltre l’80 percento dei rifiuti presenti in mare arriva proprio dai fiumi. È da qui che si inizia a proteggere il mare. Questo decreto stanzia i fondi necessari al programma sperimentale che vuol dire poter partire immediatamente nella sua attuazione, affinché si abbia un impatto concreto sin da subito. Il mare ha aspettato fin troppo.”
Queste le parole di Rosalba Giugni, Presidente della Fondazione ambientalista Marevivo che da anni si batte per l’approvazione della Legge Salvamare e dei suoi decreti attuativi.
Il plauso di Marevivo al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto, al Viceministro Vannia Gava e al Direttore Generale Giuseppe Lo Presti per la firma del decreto ministeriale che adotta il primo programma sperimentale, finanziato con le risorse autorizzate ai sensi del comma 3 dell’art. 6 della legge 17 maggio 2022, per il recupero delle plastiche nei fiumi.
Cosa prevede il primo decreto attuativo della Legge Salvamare
Il provvedimento, nello specifico, prevede la realizzazione di interventi strutturali direttamente sui corsi d’acqua per la cattura, rimozione e gestione dei rifiuti plastici galleggianti, campagne organizzate con le associazioni di volontariato e iniziative di comunicazione e sensibilizzazione sul tema, unitamente a misure specifiche delle Autorità di bacino distrettuali.
L’augurio è che a breve siano resi attuativi i decreti che ancora mancano e che sono necessari perché consentirebbero di stabilire i criteri e le modalità con cui i rifiuti pescatidal mare possano essere riusati, recuperati e riciclati, incentivarecampagne di pulizia e di sensibilizzazione in tutto il territorio nazionale, di entrarenelle scuole per creare una diffusa conoscenza del patrimonio marino, di disciplinare l’installazione di dissalatori, particolarmente necessari nei cambiamenti climatici che producono siccità e desertificazione, di regolamentare impianti di acquacoltura, di gestire correttamente le biomasse vegetali spiaggiate (come la Posidonia), che “da problema possono diventare una risorsa, senza alterare il delicato ecosistema marino”.
Per attuare una vera e propria “conversione ecologica” occorre l’impegno di tutti i soggetti coinvolti. È un regalo che dobbiamo fare a tutti noi perché ne va della nostra presenza sulla Terra.
Fonte: comunicato stampa