Porti e sostenibilità: dal Forum Compraverde 2021 il primo report nazionale
Nella seconda giornata del Forum Compraverde Buygreen 2021, organizzato dalla Fondazione Ecosistemi, sono stati resi pubblici i risultati del primo monitoraggio effettuato sulle autorità portuali italiane e le loro politiche sostenibili. Un lavoro che ha lo scopo di incoraggiare la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo del Green Public Procurement tra le autorità del sistema portuale italiano e lancia la proposta di un osservatorio permanente, sulla scia di quanto iniziato nel 2018 con l’Osservatorio Appalti Verdi di cui fa parte la Fondazione con Legambiente Onlus.
“Le autorità portuali rispondono ancora solo in parte al tema della sostenibilità – dichiara Gianna Le Donne referente del report per Fondazione Ecosistemi – ma ci sono buoni segnali di cambiamento per quanto riguarda approvvigionamento e promozione di strumenti per un maggiore sviluppo. Per questo, come già fatto per gli appalti verdi nella pubblica amministrazione, lanciamo la proposta di un osservatorio permanente”.
Chi ha risposto all’appello
Sul totale delle autorità esistenti, ha risposto il 56% e in particolare hanno accettato di partecipare l’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale (Palermo), l’Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale (Brindisi), l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale (Napoli, Salerno, Castellammare di Stabia), l’Autorità Portuale del Mar Ligure Orientale (La Spezia), l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale (Livorno) e l’ADSP Mari Tirreno Meridionale e Ionio (Gioia Tauro).
I risultati del monitoraggio
I primi dati interessanti riguardano le fonti rinnovabili: il 50% delle autorità partecipanti all’indagine dichiarano di produrre direttamente e/o si rifornisce da fonti energetiche rinnovabili. Per quanto riguarda la dotazione di sistemi di approvvigionamento, stoccaggio, distribuzione e alimentazione per il rifornimento di carburanti alternativi (come GNL, ammoniaca, idrogeno, elettricità), il 50% risponde di non averne, con il solo 10% che dichiara di essere in fase di esecuzione dei lavori di installazione degli impianti. Dato molto negativo è quello sulla promozione, tramite tariffe differenziate, comunicazione o altro, dell’uso di combustibili alternativi da parte degli operatori del trasporto marittimo: ben il 70% ha dato una risposta negativa. Totalmente negativa è la risposta rispetto alla promozione dell’uso di biolubrificanti, in luogo di quelli convenzionali più inquinanti: il 100% dei partecipanti ha risposto negativamente. All’opposto, è totalmente positiva la risposta riguardo i sistemi di riduzione dei rifiuti e di raccolta differenziata: tutte le autorità che hanno risposto, ne sono dotate. Peccato, però, che la politica per la riduzione dell’uso della plastica sia disastrosa: il 90% delle autorità non è organizzata in tal senso.
In conclusione, passando alla conoscenza e applicazione del Gender Public Procurement e dei criteri ambientali minimi, scopriamo che nonostante tutte le autorità portuali ne siano a conoscenza, solo il 30% di loro ha formato il personale a riguardo. La principale difficoltà riscontrata nell’applicazione dei CAM è la stessa che è emersa anche dal report dell’Osservatorio Appalti Verdi: mancanza di formazione (60%). In restante 40% si divide equamente tra difficoltà di stesura dei bandi, mancanza di imprese con i requisiti richiesti, applicazione dei criteri CAM per i progetti di lavori mentre c’è un ultimo 10% che prevede la formazione del personale e fa sapere di aver già redatto bandi con l’applicazione dei criteri minimi. In ultimo, solo il 40% delle autorità portuali svolge un monitoraggio degli acquisti verdi per rilevare puntualmente il numero dei bandi realizzati con i CAM.
Fonte: comunicato stampa
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