Ecovisioni: il primo libro in Italia che racconta la storia del cinema attraverso il clima e l’ambiente
Da Bambi ad Avatar, passando per i fratelli Lumière, Don Camillo e la Marvel, nel libro Marco Gisotti passa in rassegna i temi, gli autori e i numeri di come l’industria cinematografica sta diventando sempre più verde dalle produzioni alle sale cinematografiche. Con la prefazione di Claudia Cardinale
È in libreria e negli shop online “Ecovisioni. L’ecologia al cinema dai fratelli Lumière alla Marvel” di Marco Gisotti, Edizioni Ambiente, il primo libro in Italia a raccontare la storia del cinema attraverso le tematiche dell’ambiente e del clima.
«In questo volume – spiega Gisotti – passo in rassegna 150 opere, 100 nel dettaglio e altre 50 più succintamente a uso e consumo di possibili usi didattici, a cominciare da quello che il grande cineasta Bertrand Tavernier ha definito come “il primo film ecologista mai realizzato”, “Baku”, prodotto dai fratelli Lumière nel 1987».
Da Buster Keaton a “Metropolis”, da “Bambi” a “2022: i sopravvissuti”, dal primo “Avatar” al più recente “Siccità”: tutti i grandi film e i più importanti registi che dalla nascita del cinema a oggi hanno raccontato la crisi ecologica e le sue possibili (o impossibili) soluzioni.
Una prospettiva che non manca di includere titoli popolarissimi che rivelano pezzi di storia del nostro Paese o inaspettati allarmi come “Il ritorno di Don Camillo”, dove si racconta la vera tragedia del Polesine, o “007 Quantum of Solace” dove il James Bond di Daniel Craig deve combattere contro uno spietato speculatore dell’ambiente, fino a recenti film della Marvel nei quali la metafora dell’11 settembre è sostituita dalla preoccupazione per il futuro delle risorse e degli ecosistemi.
Il libro rivolge l’attenzione anche agli impatti ambientali della filiera cinema, dalle produzioni fino all’efficientamento energetico delle sale e ai grandi Festival.
«Nella mia vita ho girato più di 180 film. Sono convinta che ciò che facciamo e diciamo noi artiste e artisti del cinema possa avere un peso importante nello spiegare questi problemi alle persone, per convincerle ad agire – spiega Claudia Cardinale, che firma la prefazione al libro –. A volte bastano poche azioni, spesso anche una sola, per ottenere grandi risultati. Il cinema non solo fa bene all’anima ma può fare bene anche all’ambiente».
«Cinema ed ecologia sono “invenzioni” dell’Ottocento. Se la prima proiezione pubblica dei fratelli Lumière risale al 1895, quasi trent’anni prima, nel 1866, il biologo tedesco Ernst Haeckel, avevo inventato la parola “ecologia”. Un secolo dopo l’Europa si è data come obiettivo il 2050 per uscire dalla crisi climatica. Anzi, si è data quell’orizzonte per diventare climaticamente neutra, altro che uscirne! – scrive Gisotti nel libro – Per arrivare al 2050 avremo bisogno di un cinema dell’ottimismo della ragione, ma che non nasconda la CO2 sotto il tappeto, che sfidi l’ignoranza scientifica ma senza diventare tecnocratico, che abbia la forza della denuncia senza far voltare altrove il suo pubblico, che proponga un nuovo patto fra uomo e natura. Soprattutto di un cinema che non abbia bisogno di diventare dottrina, propaganda o manifesto, ma che faccia quello che ha sempre fatto: intrattenere il suo pubblico. E, intrattenendolo, lasciare che si rispecchi nelle sue ecovisioni».